mercoledì 10 ottobre 2007


Nella ex Birmania, ora Myanmar, è in atto una sanguinosa repressione delle manifestazioni di dissenso nei confronti del feroce regime instauratosi dopo un colpo di stato nel 1988 e da allora al potere con il sostegno del governo cinese. Si tratta di una giunta militare d'ispirazione marxista che approfitta della presenza sul proprio territorio di parecchie multinazionali senza scrupoli per darsi una patente di liberalità agli occhi della comunità internazionale. Ma ha i tratti tipici delle dittature comuniste nella presenza al potere di tutti gli uomini che provengono dall’apparato del Partito, nella retorica dei suoi leader, nei propri simboli di riferimento, nella repressione crudele di ogni libertà, nella gestione statale di tutta l’economia nazionale.Eppure, come spesso capita in questi casi, l’aggettivo comunista scompare nelle cronache giornalistiche dalla regione est-asiatica e nelle dichiarazioni pubbliche del nascente Partito Democratico e dei partiti della sinistra italiana.Azione Giovani è al fianco dei monaci, degli studenti e della popolazione birmana perché si tratta di gente coraggiosa, che si batte per la propria libertà contro una dittatura sanguinosa, e che non merita la solita ipocrisia dei finti pacifisti.

mercoledì 3 ottobre 2007

TERRACINA: LA TORTA DEL PERSONALE PRECARIO SPARTITA DALLA POLITICA

LATINA OGGI 3 OTTOBRE PAG. 25 (di Pierfederico Pernarella) - Le assunzioni degli interinali negli arenili gestiti del Comune di Terracina diventano un «caso nazionale». Le modalità con cui l’amministrazione comunale ha impiegato bagnini e altro personale presso gli stabilimenti si sono «meritati» un spazio nell’ambito di «Exit-Uscita di sicurezza», il programma in onda sul canale La7 condotto dalla Ilaria D’Amico dedicato a fatti di attualità. Nella puntata dell’altra sera, tra l’altro, si è discusso di lavoratori precari ed enti pubblici. Ebbene, sull’argomento, il Comune di Terracina può dire senz’altro la sua. Soprattutto riguardo al «sistema» attraverso cui viene selezionato il personale. Semplice: con le raccomandazioni politiche. Ad ammettere - canditamente - l’appoggio del politico di turno per indossare l’agognata canotta da bagnino «comunale» sono stati gli stessi ragazzi intervistati dalla giornalista del canale La7. Malcostume giustificato, nemmeno troppo implicitamente, dallo stesso capogruppo di Alleanza Nazionale, Francesco Zicchieri. Nel corso del servizio de La7 sono stati intervistati anche il sindaco Stefano Nardi, il titolare dello stabilimento balneare «Il Campanile, Franco Semente, e gli esponenti di minoranza, Gino Di Mauro e Rossano Alla. L’utilizzo estremamente clientelare dei lavoratori interinali non è una novità. Una sorta «fabbrica del consenso» in piena attività da tempo. A Terracina se ne parla da almeno due anni. Basti pensare all’estate del 2006 quando, sempre per gli arenili gestiti dal Comune, furono assunti una settantina di persone. Per la modica spesa di circa 480 mila euro. Più del 90% incassato dalle strutture balneari. Su questa vicenda l’opposizione ha dato battaglia in Consiglio comunale, soffermandosi con la lente di ingrandimento però soltanto sugli aspetti contabili, e non puntando invecemai il dito contro il sistema adottato per le assunzioni degli interinali. Sistema molto semplice per la verità: è il Comune stesso a fornire all’agenzia interinale la lista dei nominativi da assumere. Scelta che avviene secondo la più consumata logica della «spartizione». Ad ogni partito toccano un tot di interinali. Non si scappa, anche se si vuole fare i bagnini per quattro mesi. Ed è proprio questo il nodo della faccenda: il lavoro, per di più precario, viene utilizzato dalla politica come strumento clientelare, di consenso, e spesso a danno dei conti pubblici. Questa, ha sentenziato l’esponente di Forza Italia, Renato Brunetta, riferendosi al servizio, è cattiva politica.

martedì 2 ottobre 2007

LE FOIBE


Una foiba è una cavità carsica, solitamente di origine naturale (grotte), con ingresso a strapiombo. Le foibe sono diffuse soprattutto nella provincia di Trieste, nelle zone della Slovenia già parte della scomparsa regione Venezia Giulia nonché in molte zone dell'Istria e della Dalmazia. Attualmente sono un argomento studiato sotto il punto di vista storico, per essere state durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra, utilizzate dalla truppe comuniste di Tito per l'uccisione e conseguente occultamento della popolazione italiana, durante le repressioni avvenute nella città di Trieste e nelle regioni nord orientali italiane. In questo contesto, sono genericamente indicate come foibe anche quelle che geologicamente non sono tali, come la foiba di Basovizza, che in realtà è un pozzo minerario. La parola foiba è una dialettizzazione del latino "fovea" che significa fossa.
Le foibe sono sempre state usate per occultare cadaveri in diversi periodi storici. Di rilievo il loro uso durante la prima guerra mondiale in sostituzione delle fosse comuni. Non risulta che le foibe siano mai state usate durante il periodo fascista (prima del 1940), per eliminare avversari politici, in particolare di nazionalità slovena o croata.
L'uso delle foibe come occultamento di cadaveri durante e alla fine della seconda guerra mondiale avvenne in due periodi. 1) Il primo, successivo all'8 settembre 1943, cioè all'Armistizio tra Italia e Alleati, si svolse in Istria e Dalmazia e uccise alcune centinaia d'italiani. Rispetto agli episodi collegati alla foiba di Vines, il Maresciallo dei Vigili del Fuoco Arnaldo Harzarich, condusse dall'ottobre 1943 fino ai primi mesi del 1945 un'indagine, i cui risultati produssero un rapporto che testimoniava la presenza di 84 salme in questa foiba. 2) Il secondo, successivo alla fine della guerra, si svolse principalmente a Trieste tra il 1° maggio e il 12 giugno 1945 e a Gorizia nello stesso periodo, con l'uccisione di DIVERSE MIGLIAIA DI PERSONE, molte delle quali GETTATE VIVE nelle foibe. La "foiba" più conosciuta, anche perché nel 1992 è stata dichiarata monumento nazionale, è quella di Basovizza (a pochi chilometri da Trieste, una delle poche foibe rimaste in territorio italiano), sebben si tratti a rigore di un pozzo artificiale. Questi baratri venivano usati per l'occultamento di cadaveri con tre scopi: vendicarsi di nemici personali, magari per ottenere un immediato beneficio patrimoniale; dominare e terrorizzare la popolazione italiana delle zone contese; ELIMINARE gli oppositori politici e i cittadini ITALIANI che si opponevano alle politiche del maresciallo Tito.
Per maggiori info visitare il sito http://www.lefoibe.it/